Superare da soli l’ansia da prestazione sessuale può essere complicato dalla stessa natura del problema, tuttavia, almeno nelle situazioni meno radicate e più lievi, si tratta un risultato raggiungibile.
Tra i rischi vi è quello di riuscire ad aggirare soltanto temporaneamente il problema e di continuare a percepirlo in forma latente, mantenendo una predisposizione al suo ripresentarsi nel corso del tempo.
Per quanto riguarda le strategie da utilizzare non esistono formule valide per tutti allo stesso modo. Nella sfera sessuale ed emotiva le caratteristiche soggettive assumono particolare importanza e ulteriori variabili si aggiungono in base al tipo di situazione relazionale e di contesto in cui si vive la propria sessualità.
È prima di tutto necessario aver chiaro che si tratta di un problema di ansia e non di una qualche carenza sessuale. L’obiettivo principale è quindi quello di ristabilire un approccio erotico sereno e rilassato non di incrementare l’eccitazione, gli stimoli oppure la propria virilità.
Ne consegue ad esempio che i diffusi preparati a ad effetto tonico (a base di caffeina, guaranà e così via) commercializzato come “booster” sessuali non sono in genere una buona idea perché vanno nella direzione opposta al rilassamento fisiologico. Ridurre gli eccitanti nelle abitudini quotidiane è piuttosto un’iniziativa utile a disincentivare lo stato ansioso di base.
Allo stesso modo le classiche attenzioni utili al benessere generale, come evitare carenze di sonno, mantenere una dieta equilibrata e praticare attività sportiva, favoriscono l’autoregolazione psicofisica e migliorano dunque le possibilità dell’organismo di rispondere in modo adeguato a processi di stress emotivo come l’ansia da prestazione.
Iniziare da una aperta e matura comunicazione con il partner è spesso uno dei presupposti importanti per ritrovare la necessaria padronanza e libertà di espressione superando la convinzione ansiogena di dover dimostrare o nascondere qualcosa.
Un atteggiamento consapevole e collaborativo da parte del partner è essenziale per pensare di poter risolvere autonomamente l’ansia da prestazione. In assenza di tale complicità le cose si complicano non di poco ed è in genere opportuno ricorrere ad una terapia sessuologica senza rischiare di compromettere ulteriormente gli equilibri della coppia.
Quando la comunicazione e la collaborazione reciproca lo consentono può essere particolarmente utile decidere insieme di privilegiare attività sessuali che non sollecitino l’ansia da prestazione. Spesso si tratta di lasciare temporaneamente in secondo piano i rapporti penetrativi per dedicarsi ad altre forme di contatto nel modo più sereno e coinvolgente possibile. Anche in questo caso non è tuttavia possibile generalizzare ed è necessario comprendere e individuare in prima persona i comportamenti e le situazioni che più si associano all’ansia da prestazione e le attività sessuali che invece evocano maggiore serenità. Non è raro che già questa semplice iniziativa possa produrre un miglioramento tale da andare ben oltre le proprie aspettative. Si tratta infatti di uno dei modi più diretti per sospendere i propri schemi di pensiero e di comportamento per uscire dal labirinto dell’ansia da prestazione. Modificare temporaneamente alcuni automatismi e abitudini può restituire spontaneità e padronanza all’interazione sessuale. D’altronde nella stessa terapia sessuologica una delle funzioni del sessuologo è quella di rappresentare un punto di vista esterno favorendo l’individuazione e il superamento degli atteggiamenti condizionati dall’ansia.